Questa settimana è toccato a L’alba del Pianeta delle Scimmie (2011, regia di Rupert Wyatt).
Devo dire di essermi avvicinato con un po’ di diffidenza alla pellicola: già dieci anni fa la delusione fu grande nel vedere il remake di Tim Burton dell’inarrivabile originale. Nonostante la potenza visiva il film si arenava presto contro una trama non molto organica, una serie di paradossi spazio-temporali non molto chiari ed un finale a sorpresa francamene deludente.
La trama de L’Alba del Pianeta delle Scimmie è sostanzialmente slegata sia dalla serie originale che dal remake di Burton, se non per qualche citazione che strizza l’occhio ai fan ‘storici’. Vagamente ispirato al quarto capitolo della serie storica, 1999 – Conquista della terra, il plot vede uno scimpanzé evoluto di nome Cesare organizzare una rivolta di suoi simili contro gli umani.
Le strizzatine all’originale però ci sono e sono parecchie e lasciano intendere una qualche similitudine nella trama e nell’evoluzione del plot con i fatti del film el 68.
Quel che però rende interessante il film è una nuova vena animalista che lo allontana sotto molti aspetti dai predecessori.
Alla fine del film ci si ritrova a tifare per le scimmie ed è chiaro il sottotesto di rivincita della natura nei confronti dell’uomo.
Interessante anche la dinamica Padre-Figlio che si viene a creare fra Cesare e Janes Franco, così come non può non notarsi che le scimmie sotto la guida di Cesare non uccidono se non per errore gli umani (che al contrario sono più che disposti a fare una strage dei primati evoluti).
Il film è ovviamente anni luce indietro rispetto alla potenza e all’innovatività dell’originale ma è stato di sicuro una bella sorpresa che lascia bensperare per gli eventuali sequel (che visto il buon successo di botteghino non dovrebbero tardare).
Enjoy!
Videogiocatore, fumettaro, fumettista, nerd ed inguaribile sognatore.
Da sempre rincorre i suoi sogni e le sue fantasie lasciando dietro di se una scia di lampi.