Recensione Giovani Titani n.1 (new 52) LION5 min read

Giovani Titani 1

Chiudiamo la carrellata con i numeri 1 degli spillati LION con la recensione su quello dei Giovani Titani.

Credo sia la prima volta che in Italia una testata regolare viene intestata ai Titani. L’antologico contiene anche le (dis)avventure di Superboy e della Legione Perduta, serie nata da una costola della legione.

Sui contenuti delle storie mi soffermerò n seguito. Adesso voglio invece spendere due parole di impressioni generali su questi primi numeri di spillati della Lion.

Come ho già avuto modo di dire trovo lodevole l’iniziativa sia perché propone personaggi che sulla carta sono forti ad una ampio pubblico (grazie alla distribuzione in edicola e ad un formato -80 pagine per 3 slot di storie ad un prezzo variabile tra 3,95 e 4,95- tutto sommato competitivo rispetto alla Panini) sia per la varietà di serie che questa scelta permette di presentare.

Le pecche però ci sono e sono anche parecchio vistose e grossolane.

In primis la qualità di stampa. Come ho detto in pressoché tutti i pezzi di recensione i colori sono sovrasaturati, le pagine risultano nel complesso più scure ed in alcuni fastidiosissimi casi sono addirittura sfocate, rasentando l’illegibilità (Batman credo sia il peggiore esempio al riguardo).

Il confronto, ci tengo a precisarlo, non l’ho fatto con scansioni scaricate o basandomi su foto prese da chissà quale oscuro blog per la rete.

No signori, quì i difetti sono facilmente riscontrabili albetti originali alla mano.

Altra nota dolente sono i redazionali. Mai come in una serie di numeri uno che partono con lo scopo di invogliare nuovi lettori l’utilità dei redazionali è stata tanto fondamentale.

L’ obbiettivo è però stato completamente mancato e questi albi sono infarciti di pagine e pagine di inutili e verbosi trattati sul passato dei personaggi.

Ora, dico io, il reboot non serviva per cancellare tutto quel carico di storie passate e rendere freschi e fruibili i personaggi per tutti? Ma allora che senso ha menare per millemila pagine il torrone su cosa succedeva in storie di 20 anni fa o sulle disavventure editoriali di tale serie negli anni 60?

Magari sarebbe stato invece più corretto scrivere giusto due righe due di presentazione dei personaggi. Ecco, giusto per dirne una restando in tema con l’albo di oggi, non si spreca una parola a spiegare ai nuovi lettori cosa sia la Legione dei supereroi. E non intendo la solita filippica su quando siano stati creati e da chi ma di un trafiletto striminzito in cui si dice “è un gruppo proveniente dal futuro omposto da tizio, caio e sempronio che magari vedremo in futuro in qualche volume da fumetteria”. Fatto. Era tanto difficile?

Invece il povero pischelletto che prova a comprare il fumetto invogliato magari da chissà quali arcani motivi si trova a leggere le ultime 22 pagine senza avere la più pallida idea di cosa si stia sorbendo (e la storia, a differenza delle altre due presenti in questo numero, non aiuta per niente al riguardo e non fornisce neanche le conoscienze minime per un lettore che di Legione non ne sa nulla). Vabbè, ma tanto chi se ne frega del lettore occasionale.

Eh no Lion, su questo punto dobbiamo correre ai ripari.

Sulle singole serie e sul new 52 non mi sbilancio troppo sempplicemente perchè leggere solo dei numeri 1 non si può giudicare. Diciamo che sono quasi tutte rimandate a settembre e un paio (Green Lantern e Hawkman) bocciati a luglio.

Veniamo a questo Giovani Titani 1

Le storie

 

In Giovani Titani Scott Lobdell e Brett Booth ci presentano Tim Drake, penultimo della stirpe dei Robin, intento a raggruppare giovani metaumani che sembrano essere presi di mira da una misteriosa organizzazione, la N.O.W.H.E.R.E.
Storia introduttiva senza infamia nè lode che ci mostra dei titani molto diversi (e molto meno titanici) delle precedenti incarnazioni. Non sono sidekicks ma quasi tutti sono giovani emuli, spesso scapestrati e privi di una vera guida.
kid-flash
I disegni di Booth in compenso sembrano usciti dai peggiori anni ’90…legnosi e poco espressivi.
Sempre Scott Lobdell si occupa di riscrivere le origini di Superboy. Lo fa annoiando con una storia che mi è sembrata quasi infinita e senza sbocchi.
Il nuovo Superboy è per l’ennesima volta ritratto come un inguaribile musone con una fungia sempre lunga così, che ti viene voglia di prenderlo a sberle e ad imbottirlo di redbull a forza.
Superboy 1
Per fortuna i disegni di R.B. Silva rendono un pelo meno insopportabile questa sofferenza.
Infine Legion Lost, scritta da Fabian Nicienza e disegnata da Pete Woods, racconta le avventure di un gruppo di legionari tornati nel passato per fermare colui che sarà la causa della rovina del futuro: Alastor (lo dicevo io!!!).
Legione lost 1

Anche in questo caso storia introduttiva su cui si può dire poco.

Personalmente l’idea di un gruppo di Legionari bloccati nel passato non i entusiasma e mi sembra che privi i personaggi delle ambientazioni che sono un po’ parte della magia della Legione. Promosso Pete Woods che, per una volta almeno, non disegna corpi eccessivamente legnosi.
L’incappucciata

 

Andiamo a vedere dove si nasconde l’incappucciata in queste tre storie.
Giovani Titani
Superboy
Legion Lost
Il reboot

 

I titani, come dicevo, escono da flashpoint fortemente modificati e ridimensionati. Non più spalle ma solo un gruppo di giovani sbandati e senza guida che emula nomi o poteri di eroi più famosi.
Un po’ alla giovani Vendicatori prima maniera ma senza la voglia di fare gruppo.
Superboy è stato creato da N.O.W.H.E.R.E. anzichè dal progetto Cadmus. Non è ancora stato specificato a chi appartiene la metà umana di DNA che è stata usata per creare Superboy.E’ pure un musone che non ha mai conosciuto la vita sociale, molto diverso e distante dall’originale Superboy post morte di Superman.
La Legione invece non sembra avere subito grandi scossoni nel reboot e del gruppo presentato in questo numero non vengono forniti abbastanza dati per poterne identificare variazioni significative.
Ala prossima.

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