4 chiacchiere con Paolo Lamanna6 min read

lamannaOggi completiamo la meravigliosa chiacchierata cominciata con Paolo Lamanna qualche giorno fa.  Dopo aver nostalgicamente parlato dell’avventura Unicorn scopriamo adesso qualcosa di più su uno degli artisti italiano più versatili e poliedrici!

Dicci qualcosa di te: come sei arrivato al mondo del fumetto e della grafica.
Sono un libero professionista, direi…da sempre! Ormai sono circa 20 anni che lavoro nell’ambito della creatività a tutto tondo.
Le mie passioni sono quelle che mi hanno spinto ad intraprendere questa carriera e a fare questo tipo di lavoro.
Fin da piccolo ho sempre adorato disegnare e provare a mettere su carta tutto quello che mi passava per la testa, inventavo storie,  disegnavo dei piccoli fumetti che poi tagliavo e spillavo!
La visione dei primi cartoni animati giapponesi segnò  definitivamente il mio “destino”! Rimasi totalmente folgorato da quell’universo, così dinamico, così incredibile ed anche eroico, molto differente da quello che si poteva vedere, o anche solo immaginare, sino ad allora!
Le storie, il montaggio, i disegni iper dinamici ed i principi morali ed etici che trasparivano da ogni episodio di Goldrake (Grendizer) e dei suoi successori (robotici e non ) si sono impressi a fuoco nel mio immaginario.
Parallelamente mi abbuffavo di fumetti Marvel e, ogni tanto anche DC, seguendo le gesta di Spiderman e soci e cercando, ovviamente, di riprodurre quei bellissimi disegni con i miei pennarelli!
Le cose poi sono andate avanti da sole, il fumetto è sempre stata la mia prima e grande passione, ho frequentato la Scuola del Fumetto di Milano e poi ho iniziato subito a lavorare per svariati editori.
Posso dire di essere stato molto fortunato perché ho avuto alle spalle la mia famiglia che sin da piccolo, mi ha sempre sostenuto e spronato a seguire quella che era la mia passione per il disegno e tutto quell’universo che ci girava attorno.

Come sei riuscito ad entrare nell’industria e quali sono stati i tuoi primi lavori? Ma soprattutto come senti di essere cresciuto artisticamente negli anni?
Diciamo che nell’industria ci sono entrato alla vecchia maniera, non esisteva all’epoca internet e tutti i tipi di promozione virtuale che ci sono oggi, quindi….porta a porta!
Ancora durante l’ultimo anno di Scuola del Fumetto iniziai a pubblicare su delle fanzine e a fare il giro di diversi editori, spedendo il mio materiale o prendendo appuntamenti per fare colloqui.
I primi lavori sono stati, appunto, quelli gratuiti su piccole riviste o fanzine…quella che si può definire “la palestra”! Poi da lì ho iniziato a collaborare con case editrici più importanti, come la Dardo, le Edizioni Cioè, la Unicorn e successivamente la Liberty di Ade Capone.
Parallelamente lavoravo per diverse agenzia pubblicitarie.
La mia crescita artistica è stata esponenziale! Nel senso che, essendo molto curioso, non mi sono fermato al fumetto ma ho approfondito molti altri settori, come quello del disegno e colorazione digitale fino ad arrivare al 3D ed alla motion graphic, attualmente posso definirmi un generalista, una figura che è in grado di seguire tutta una pipeline lavorativa incentrata su specifici progetti!

Le cose di cui sei più orgoglio so e di cui un po’ ti vergogni…
EH, bella domanda! quella di cui un po’ mi vergogno, ma più che altro è un cruccio personale è il fatto di non aver insistito col fumetto quando, invece, ne avrei avuto la possibilità! Ad un certo punto della mia carriera spedii del materiale in Marvel USA (non esisteva ancora il web…ogni spedizione era una spesa esorbitante!) e,  incredibilmente, venni contattato dall’editor Joe Andreani, lo stesso che curava il lavoro di Claudio Castellini, Stefano Raffaele ed altri nomi illustri! Inizia una collaborazione con al Casa delle Idee, ma
purtroppo il periodo non era propizio e la Marvel dichiarò fallimento e venne acquistata dalla Revlon (se non ricordo male).
Ci fu quindi un grosso riassesto dell’azienda ed il mio editor venne mandato via , insieme a molti altri! A qual punto, un po’ demoralizzato ed un po’ per non pesare economicamente
sulla famiglia, intrapresi la strada del visualizer per le agenzie pubblicitarie, realizzando storyboards e concept vari! Questo percorso mi ha portato, come dicevo prima, a imparare e studiare moltissime cose al di fuori del fumetto in sé, ed oggi sono contento del mio “know how” che mi permette di lavorare, ad esempio nel campo dei Videogame per importanti studi italiani.
Per quanto riguarda una cosa che mi rende particolarmente orgoglioso, è stata quella di riuscire a collaborare con la persona che è sempre stata il mio riferimento visivo TOTALE nel campo del fumetto, il grande Claudio Castellini! Mai mai mai all’epoca in cui lo seguivo, studiavo e copiavo durante la scuola e negli anni a seguire avrei potuto immaginare di poter mettere le mani su delle sue opere! Ma tant’è! un paio di anni fa, sapendo che sarebbe stato
presente ad un edizione di Lucca comics mi sono precipitato in fiera con l’unico scopo di conoscerlo e di mostrargli del materiale!
Ho trovato una persona incredibile, oltre che professionalmente, anche umanamente, ma soprattutto disponibilissima! Claudio rimase molto colpito dai miei lavori e da li a poco ci saremmo sentiti per realizzare la colorazione digitale di alcune sue opere, poi stampate in prestigiose e limitate litografie. una soddisfazione enorme!

Da autore e creativo quali prospettive vedi oggi per il mercato fumettistico (italiano, europeo, americano e giapponese)? E quali prospettive ha oggi chi si affaccia nel mondo del desgin o del fumetto?

Il mercato è sempre in fermento, oggi come oggi, dato lo sviluppo della tecnologia, del web, la velocità della rete e l’utilizzo di tecnologie digitali, il numero dei creativi e degli aspiranti tali è notevolmente aumentato! Credo che questo trend sia valido in tutto il mondo!
Sul MERCATO in sé, non saprei dirti con certezza cosa accadrà…in Italia vedo che ci sono moltissime produzioni indipendenti, spesso anche di alta qualità, ma mi chiedo se un fumettista che lavora in queste produzioni può campare del suo lavoro! O se è più un
hobby? i pilastri rimangono sempre Bonelli e Disney, ma credo che rispetto alla “golden Age” di quando ho iniziato io, ci sia stata parecchia “contrazione” anche per loro! Questo non toglie che molte sono stata le nuove proposte e il tentativo di espansione, ancora in corso, verso nuovi e diversificati mercati e target!
Per gli aspiranti artisti consiglio di cercare di capire bene cosa si vuole fare della propria professione! Fumetto, Design, Concept art, Videogame…sono tutti settori DIVERSI ed ognuno con le su SPECIFICITA’, non è detto che un artista che eccede in uno sia altrettanto valido nell’altro! quindi fare chiarezza con sé stessi è il primo passo per intraprendere strada giusta! E, comunque, valutare sempre anche la possibilità di trasferirsi all’estero, dove le possibilità di lavoro in alcuni settori aumentano esponenzialmente!

Grazie infinite a Paolo!

Per oggi è tutto, qui W@lly, passo e chiudo!

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mikimoz | <span class="wpdiscuz-comment-count">65 commenti</span>
6 anni fa

Anche stavolta ottima intervista con graditi retroscena sul mondo fumettistico italiano! 🙂

Moz-

Emanuele | <span class="wpdiscuz-comment-count">98 commenti</span>
6 anni fa

Quoto Moz!
Molto interessante il retroscena della Marvel (non sapevo avesse fallito).
Voglio ringiovanire di 10 anni e buttarmi sul campo dei videogiochi, farei qualsiasi cosa, anche il porta lettere

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