I 5 più grandi flop nella storia delle console4 min read

State tranquilli, il buon W@lly è torntato! Cominciamo il nuovo anno blogghetro con un post con un retrogusto malinconico: oggi parliamo delle consolle che sono state nella migliore delle ipotesi un colossale flop.

Cominciamo la rassegna della vergogna, allora

5°-Atari Lynx

Il Lynx è una console portatile a colori sviluppata da Atari nel 1989 e diretta concorrente del Game Boy, una console portatile monocromatica sviluppata da Nintendo nello stesso anno.

Il Lynx fu una console molto innovativa quando venne presentata; è stata la prima con display a colori retro illuminato, supportava il gioco in rete (fino a 17 giocatori utilizzando il ComLynx), gestiva la distorsione e lo zoom in hardware, oltre a essere la prima console a permettere la generazione della grafica 3D con un limitato utilizzo della CPU.

Il Lynx non riuscì però a imporsi sul mercato, fondamentamentalmente per le enormi dimensioni, per il consumo delle batterie (6 stilo che duravano il tempo di uno starnuto) e per l’imbarazzante scarsità di giochi. L’atari ci ha riprovato nel 1991 presentando il Lynx II che ha comunque subito lo stesso infame destino.

Eccovi un paio di pubblicità di quegli ingenui anni…


4°-Atari Jaguar

E’ evidente che l’atari nel corso degli anni ci ha preso gusto con le imprese disperate ed eccola che si lancia nell’avventura Jaguar.

La consolle, oltre ad essere per i tempi un vero mostro di potenza, aveva anche il controller più assurdo della storia con almeno un godzilliardo di tastini.

Rigurdo ai bit della bestia Wikipedia ci dice

Il numero di bit del Jaguar è ancora al giorno d’oggi fonte di dibattito. Esistono 2 principali teorie tra coloro che hanno familiarità con l’hardware della macchina. Siccome il bus dati principale del Jaguar e alcune CPU sono a 64 bit alcuni affermano che l’intero sistema è considerabile come a 64 bit. D’altro canto altri affermano che può essere considerato come un ibrido da 32/64 bit.

Non vi è alcun dubbio sul fatto che la console sia tecnicamente superiore ad ogni macchina a 16 bit dell’epoca. Sfortunatamente l’ultimo tentativo di Atari di ritagliarsi uno spazio nel mercato delle console fallì. Ben pochi giochi vennero ufficialmente sviluppati per il Jaguar, ma la console rimase in commercio fino al 1996.

Sempre l’amico wikipedia ci dice

L’Atari Jaguar è una console di gioco introdotta nel novembre 1993 dalla Atari. Presentata come una potente piattaforma di nuova generazione, è stata spesso erroneamente definita come “il primo sistema a 64 bit”. La console però si dimostrò ben presto un gigantesco flop commerciale decretando definitivamente il ritiro dal mercato dell’hardware da parte di Atari.

Ecco, appunto.

Anche in questo caso vi pippate un po’ di spot commerciali.

3°- 3DO Interactive Multiplayer

La console Panasonic doveva essere il vero mostro, la più goduriosa macchia da gioco-enterteinment della sua generazione. Ad oggi sono in pochi che se lo ricordano.

Serve aggiungere altro? Direi di no e quindi procediamo oltre…

2°-Amiga CD32

La console che accompagnò la Commodore al definitivo fallimenti e che spezzò definitivamente il cuoricino di tanti appassionati Amiga della prima ora.

Un minuto di rispettoso silenzio, please.

1°- Virtual Boy

Vince la nostra classifica di console sfigate il Virtual Boy, la console che se ancora oggi la nominate ai manager dalla Nintendo prendono le crisi apoplettiche!.Da appuntidigitali.it
Correva l’anno 1995, era il momento del boom mondiale della rivoluzionaria Playstation, che nel momento del lancio fece invecchiare di 10 anni in un colpo la gloriosa Super Nintendo. Mentre stava debuttando la Saturn, decretando la fine del periodo magico della Sega, la Nintendo invece di investire tempestivamente in un concorrente per battere la console di Sony, stava iniziando strani e particolari esperimenti che volevano cambiare l’esperienza videoludica per sempre.
Il più bizzarro tentativo mai arrivato in commercio fu la Virtual Boy: una console“portatile” dotata di due visori su cui posare gli occhi, un cavalletto a tre piedi per posizionarla comodamente davanti al viso ed un joypad ergonomicamente non troppo riuscito.

Un prodotto folle, sia negli intenti che nelle tecnologie adottate. La Virtual Boy non era in grado di “far girare” giochi 3D poligonali se si escludono un paio di tentativi primordiali. L’area di gioco perciò continuava ad essere piatta come in passato, ma era dotata, come facilmente intuibile dalla foto, di visione stereoscopica.

La tecnica della visione stereoscopica consiste nel proiettare ad ogni occhio due immagini, pressoché identiche tra di loro, ma leggermente disallineate nella prospettiva orizzontale. Così il cervello può elaborare, esattamente come nella realtà i due punti di osservazione, e unirli in un unica immagine che da un senso di profondità incredibilmente realistico.

In quest’immagine potete vedere un gioco della Virtual Boy in azione. In questo caso il gioco è emulato sullo schermo di un pc, quindi le due immagini sono sovrapposte con colori differenti e vanno visualizzate con i classici vecchi occhiali con le lenti colorate di rosso e di blu per ottenere la terza dimensione.

Semplicemente troppo trash!
E come non goderci un bel video promozionale?

Alla prossima!

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