L’uomo d’acciaio: la recensione

uomo d'acciaioIeri sera sono andato con la signora W@lly a vedere il nuovo film su Superman, L’ uomo d’acciaio, che ne dovrebbe riscrivere e correggere il mito per le nuove generazioni. Ero preparato al peggio, alcune voci su internet già preannunciavano il fallimento su tutta la linea della pellicola, e quando mi sono seduto sulla poltroncina della sala nutrivo effettivamente poche speranze.

Mi sono ricreduto alla fine della proiezione? No, per niente.

Cercherò di essere più breve e vago possibile per non incorrere nel rischio spoiler, ma posso tranquillamente affermare che alla fine dei titoli di coda la sensazione che rimane sulla pelle è una spiacevole impressione di incompiutezza. Mancano i personaggi (assolutamente piatti e privi di una qualsiasi personalità), manca la caraterizzazione del protagonista, manca la storia (ci sono dei buchi di sceneggiatura imbarazzanti). Manca il film in pratica.

L’unica cosa presente oltre misura è l’elemento tragedia, il drammone e la pesantezza che tanto piacciono a quell’ala talebana del popolo nerd che pensa che se un film ispirato ai personaggi dei fumetti non è profondamente intriso di cupa tragicità non può essere né maturo né artisticamente di livello. Questa invece è la grande lezione che i Marvel studios hanno elargito da 5 anni a questa parte, sfornando film su film dal tono leggero ma comunque mai bambineschi e sempre fruibilissimi da chi non si è mai avvicinato ad una fumetteria.

Nolan, che tanto era a suo agio con Batman, dimostra evidentemente di essere altrettanto fuori posto su un personaggio solare e positivo come dovrebbe essere Superman.

Mi spiace ma siamo lontani anni luce dalla poesia e dall’incanto del primo Superman di Donner, che davvero era riuscito a farmi credere che un uomo potesse volare quando ero piccolo.

Bocciato.

 

0 0 voti
Article Rating