GLI UNIVERSI FUMETTISTICI PERDUTI: IL NEW UNIVERSE

new universe star brandNel 1986 la Marvel tentò di dare una sferzata al mondo del fumetto introducendo il New Universe. O almeno questi erano i piani originali del padre putativo di questa linea editoriale, Jim Shooter.

In realtà quello del New Universe fu un esperimento mai del tutto realizzato, che nonostante si sia tradotto in un chiaro fallimento, ha lasciato molte tracce di se ancora oggi chiaramente riconoscibili.

Nel 1986 cadeva il venticinquesimo anniversario della Marvel ed in redazione si susseguivano i Brainstorming per cercare di trovare il modo di festeggiare adeguatamente la ricorrenza.

Il piano originale di Shooter era di far ripartire tutte le serie della grande M da zero, ambientandole in un mondo più realistico. La proposta venne cassata (anche se in un certo senso venne riutilizzata qualche decennio dopo dando origine agli albi Ultimate) e dalle sue ceneri originò il New Universe.

La particolarità di questa linea editoriale doveva essere la sua realisticità. Il mondo dei fumetti NU era il nostro. O almeno lo era fino al 22 luglio del 1986, data dell’ evento bianco che ha dato il via alle vicende dell’universo narrativo. Quindi niente isole o stati immaginari, despoti mitteleuropei e via dicendo. Inoltre il tempo doveva avere lo stesso passo nel mondo reale e nel NU Fra un numero e l’altro di ogni serie doveva passare davvero un mese ed un anno di pubblicazioni doveva coincidere con un anno dei personaggi (anche se questo punto fu in parte disatteso).

Motore delle storie era l’evento bianco. Un misterioso bagno di luce che donò senza particolari motivi super-poteri ad una minoranza della popolazione mondiale (gli individui potenziati vennero chiamati paranormali).

Gli autori ed il Budget

Nei piani originali di Shooter il nuovo Universo doveva essere scritto e disegnato dai nomi più importanti che la Marvel aveva a disposizione all’epoca. L’idea era quella di calare subito gli assi per poter realizzare dei fumetti dalla qualità quanto più alta possibile.

Per far questo venne originariamente stanziato un budget di ben 120,000 dollarozzi. Se contestualizzata al periodo, la somma non era indifferente.

I sogni di gloria però si infransero praticamente subito. I venti della crisi cominciavano a soffiare in casa Marvel e oscure macchinazioni alle spalle dell’editor-in-chief Jim Shooter si erano già messe in moto (e poco tempo dopo portarono alle dimissioni dello stesso Shooter). Il tutto di tradusse infine nella  vendita della Marvel dalla Cadence Industries alla New World Entertainment ed al pesante decurtamento del budget per il progetto New Universe.

Morale della favola, invece dei grandi nomi preventivati vennero messi al lavoro sulle nuove testate autori emergenti o che trovavano spazio con difficoltà su altre testate. Nonostante alcuni dei nomi coinvolti avrebbero mostrato di che pasta erano fatti in seguito (ad esempio gente come Peter David o Paul Ryan), questo rimaneggiamento dei team creativi ovviamente non giovò alla qualità media delle serie.

Le vendite e la chiusura

Nonostante fosse pesantemente pubblicizzato. il NU non riuscì mai a decollare e ad incontrare i favori del grande pubblico. I propositi di realismo che avrebbero dovuto portare ad un universo narrativo rappresentato come il  “world outside your window” (così veniva pubblicizzata la linea) furono disattesi da alcune serie (ad esempio Justice aveva per protagonista un alieno proveniente da una civiltà medievaleggiante). In aggiunta a questo la qualità media delle serie era estremamente altalenante. A distanza di anni l’unica serie ritenuta universalmente valida fu lo “Starbrand” scritto da Shooter.

Dopo un anno dal varo della linea quattro testate furono chiuse (Kickers, Inc.Mark Hazzard: MercNightmask and Codename: Spitfire) ed una quinta venne declassata da mensile a bimestrale (Star Brand).

Ma queste erano solo le avvisaglie della prossima e definitiva chiusura del New Universe.

Il tentativo di salvataggio

Il nuovo editor-in-chief della Marvel, Tom DeFalco, fece un tentativo estremo di salvataggio del New Universe, coinvolgendo nel progetto gente del calibro di  Mark Gruenwald, John Byrne e Howard Mackie. GLi autori rimossero gli elementi più fantastici che erano stati precedentemente inclusi nelle varia storyline e che palesemente cozzavano con i presupposti della linea.

Ad esempio fu rivelato che quanto precedentemente narrato nella serie Justice non era altro che un’allucinazione indotta nella mente del protagonista da un altro Paranormale, rendendo il personaggio un serial killer sulle tracce dei paranormali che abusavano dei loro poteri.

Nonostante il tentativo estremo di salvataggio, il New Universe chiuse ufficialmente i battenti nel 1989, tre anni dopo l’inizio della sua avventura editoriale.

Nonostante si possa immaginare che la chiusura del NU sia dipesa da scarse vendite, la realtà era leggermente diversa. Le vendite in verità erano dignitose e le serie si sostenevano stabilmente sulle loro gambe. Fu però intenzione dell’editore (e dei proprietari dell’editore) ridistribuire le orze interne guadagnando forze per i rami ritenuti più proficui.

Dopo la chiusura di tutte le testate del NU venne data alle stampe The War, miniserie di quattro numeri che aveva l’obiettivo di chiudere le linee narrative.

I ripescaggi

C’è da dire che dopo la chiusura, il New Universe non scomparve mai del tutto. Alcuni cicli della serie Exiles erano ambientati proprio nel New Universe ed un comprimario della serie Spider-man 2099 scritta da Peter David (il Profeta) altri non era che Justice privo di memoria.

Molti personaggi dalla serie DP7 furono ripescati da Mark Gruenwald ed usati nel suo ciclo di Quasar.

Nel 2006 furono festeggiati i 20 anni dalla creazione del NU con alcuni albi contenenti nuove storie “mai narrate”. Nel 2007 venne prodotto un vero e proprio revamp scritto da Warren Ellis ed intitolato NewUniversal, che tuttavia rimase abbastanza sterile.

A partire dal ciclo di Hickman su Avengers sono stati reintrodotti nell’universo Marvel classico i personaggi Star Brand e Nightmask. Nonostante un inizio interessante nel periodo pre Secret Wars, i due sono stati vittima di un brutale appiattimento nel successivo periodo all-new-all-different-all-colorful-all-disney-Marvel e ridotti a questo.

Sapete tutti cosa penso della Marvel recente e quindi evito di tediarvi ripetendomi e stendo un velo pietoso sulla questione.

Concludendo, nonostante alcune premesse interessanti, il New Universe rimane un figlio di un dio minore, frutto di una gestazione difficile ed articolata e dalla vita breve, difficile e dimenticata dai più.

Con questo è tutto. Qui W@lly, passo e chiudo.

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