Social vs forum vs blog

socialE’ da un po’ di tempo che giro attorno a questo post, ma alla fine sento che è arrivato il momento di tirarlo giù dai miei pensieri e dargli un’ adeguata forma scritta.

Il modo in cui le varie community si interfacciano su internet è in continuo cambiamento ed in particolare il sottobosco fumettistico -anche se ristretto- è sempre stato particolarmente vivace.

Pur rappresentando una piccola percentuale dei reali lettori di fumetti, la piccola “minoranza rumorosa” del web ha sempre fatto sentire (in modo più o meno caciarone) la sua voce.

Fatto è che, a ben vedere, più di vent’anni dopo i primi passi sui forum a tema fumettistico, il nocciolo duro della communuty è ancora qui, attivo in vario modo, sia sui social che su altri canali della rete.

Quel che è cambiato radicalmente è il modo in cui la community si esprime. Nel corso degli anni (a mio modo di vedere) sono tre i canali preferenziali che si sono avvicendati nel dar voce ai fan dei fumetti: i forum (storicamente luoghi pioneristici in cui si sono formati i primi veri rapporti interni alle comunità), i blog ed i social. Andiamo un po’ più nel dettaglio.

I forum

Tutto, bene o male, nasce da li. C’erano già i primi seminali siti di fumetti (sia votati alle news che all’approfondimento), ma i primi veri luoghi di incontro fra i fan sono stati i forum.

Questi software nel corso degli anni si sono evoluti tanto ma hanno sempre mantenuto granitica la loro organizzazione in macroaree all’interno delle quali vengono aperti topic incentrati su singoli argomenti. Il tutto monitorato da amministratori e moderatori. Il risultato era un luogo ordinato e piacevole in cui si discuteva e si litigava, sempre entro certi limiti (definiti per lo più dalle figure di controllo).

Personalmente sono molto affezzionato ai forum sia per le ore passate a postare e rispondere che ci ho passato sopra, sia per il ruolo attivo che ho avuto nel tirane su uno: il forum di Glamazonia.it.

Erano anni eroici in cui dal DC World forum nacque il moto di rinascita di Glamazonia, storica fanzine/sito di approfondimento curati originariamente da Marcello Vaccari. Ore e ore buttate sul sito nel tentativo di farlo funzionare a dovere e di renderlo un tutt’uno con il forum, il luogo di incontro che doveva essere il vero cuore pulsante del sito. E così è stato per un bel pezzo.

Amicizie vere sono nate su quelle pagine con persone come Emanuele Di Giuseppe (che dovete assolutamente seguire sul suo blog), Dario Beretta, Fabio Graziano, Umberto Rossolini, lo stesso Marcello Vaccari ed il buon Andrea Broccardo (adesso disegnatore per la Marvel ed i cui progressi al tavolo da disegno abbiamo visto tutti sul forum).

Per tanti è stato così ed i forum hanno rappresentato un terreno fertile dove conoscenze e solide amicizie sono nate.

Niente è per sempre

I forum (che a dire il vero sono ancora abbastanza popolati dalla comunità di videogiocatori), sono stati tuttavia abbandonati dalla quasi totalità dei fumettari, che hanno preferito l’immediatezza dei social.

Così è stato anche per Glama, progressivamente sempre più spopolato e desolante. Anche noi (ri)fondatori abbiamo preso strade diverse che ci hanno portati ad allontanarci dal progetto che, inevitabilmente, si è spento pian pianino.

Non tutto è andato perduto però. Parte della crew ha trovato nuovo spazio creando il sito Comicsviews.it e tirando su il relativo forum (iscrivetevi!)

I social

La gran parte della comunità adesso interagisce sui social, primo fra tutti Facebook. Sono tante le pagine a tema fumettistico, un po’ meno quelle effettivamente molto popolate.

Il problema vero è che manca qualsiasi tipo di controllo (o quasi). Da questo presupposto, che idealmente dovrebbe rappresentare un inno alla libertà, nasce una più oscura realtà. Queste pagine (ma in realtà i profili social tutti) sono luoghi dove chiunque si sente in dovere ed in grado di dire la sua. E fin qui va pure tutto bene. Il problema è che spesso ciò accade con toni e modi decisamente lontani dalle buone maniere che dovrebbero essere alla base di qualsiasi discussione prima ancora di qualsiasi netiquette. Ne segue una deriva diffamatoria in salsa shit storm a volte insostenibile

A ciò aggiungete una certa carenza di argomenti che affligge buona parte dei post di queste pagine. Per carità succede per la natura stessa dei social che impongono ritmi veloci, però succede, è innegabile. Se nei topic dei forum il primo post spesso e volentieri poneva un dubbio o una domanda argomentata o riportava una notizia commentandola, adesso sui social accanto a post interessanti o che comunque porgono qualche spunto, veniamo sommersi da post tipo “She-Hulk o la Donna invisibile: di chi preferite le tette?“, magari accompagnati da un disegno delle donnine in posa sexy.

Alla fine di una lunga scrollata verso il basso di queste pagine cosa resta? Spesso poco o almeno meno di quanto ci si potrebbe aspettare.

Tutto da buttare allora? No, ovviamente no.

La rapidità e la spontaneità dei social è impagabile. Non dimentichiamoci poi che Facebook e compagnia hanno permesso di annullare completamente la distanza fra gli autori ed i lettori, permettendo spesso di interagire direttamente con i primi. Certo ha anche portato al mal costume di atteggiarsi a rockstar presenzialista che attualmente affligge buona parte degli sceneggiatori e disegnatori.

E i blog?

I blog sono un po’ una storia a se. Sono sopravvissuti ai forum e vivono abbastanza serenamente al fianco dei social, contando su meccaniche che tendono ad ibridare le varie piattaforme.

Sono concettualmente simili alla strutturazione in topic dei forum con i post che rappresentano i thread. I commenti  configurano un luogo dove la discussione viene spronata e stimolata.

Spesso gli strumenti forniti agli utenti nell’ambito dei commenti sono molto vicini ai form di risposta dei forum. Si permette così ai commentatori di includere immagini, quote e formattazioni del testo. Tutto nel tentativo non soltanto di rendere vivace la discussione ma di far diventare i commenti parte integrante del post. In questo modo essi risultano parte integrante del post arricchendone i contenuti.

Allo stesso modo è innegabile che i blog vivano sulle spalle dei social. Quasi sempre i post acquisiscono visibilità dalle condivisioni sui social così come è pratica comune raccogliere iscrizioni e follower quasi come una pagina Facebook.

Il tutto però avviene offrendo dei contenuti. Di qualità variabile eh. In fondo i blogger sono utenti come tutti gli altri. Solo che invece che sul proprio profilo social, si espongono in post pubblici che rimangono fissi in pagine, anziché venire travolti dal flusso inarrestabile dei social.

Chi la vince?

Ovviamente chi vi parla è di parte. E’ ovvio che ritengo i blog varie spanne sopra i social come luogo di approfondimento. Allo stesso tempo bisogna ammettere che non bastano.

Non si può rinunciare ai social ed alla loro spontanea immediatezza. In un mondo ottimale il top sarebbe puntare ad una fusione fra Forum e Social. Ed in altri ambiti è un sogno che si tenta di realizzare.

Ma noi fumettari no, noi siamo diversi e ci piace vivere in modo complicato. Però il matrimonio fra blog e social non solo è possibile. Lo vedo inevitabile, magari puntando anche alla gamification del blog che porta alla fideizzazione (proverò ad implementare qualcosa del genere da settembre, abbiate fede).

Ovviamente la palla adesso va a voi. Quale piattaforma preferite e, soprattutto, come vedete o vorreste vedere il futuro?

Anche per oggi è tutto. Qui W@lly, passo e chiudo.

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