Spider-man: Far From Home – la Recensione da Fan Boy

Ieri sera ho visto insieme a tutta la famiglia W@lly Spider-Man: Far From Home, nuovo capitolo delle avventure dello Spider-man targato Marvel Studios.

Dopo il primo Homecoming le mie aspettative erano tiepidine. Il primo film mi era piaciuto ma non era riuscito a conquistarmi al 100%.

Bimbo Ragno era forse troppo lontano dal Peter che idealizzo come mio e nonostante la pellicola alla fine (come molti altri film dei Marvel Studios) si adagiasse su una dignitosissima sufficienza piena e più che meritata, si perdeva comunque qualche pezzo per strada.

In primis l’ambientazione non funzionava a dovere. Washington, così lontana dai grattacieli NewYorkesi, mal si adattava come scenario per lo web slinger.

Lo stesso Peter aveva qualcosa di stonato nella sua caratterizzazione e nella sua remissiva sottomissione/ribellione forzata a Tony Stark.

Sarà riuscita quindi questa nuova pellicola a sciogliere i miei dubbi, conquistarmi, divertirmi ed entusiasmarmi?

Spoiler alert: si.

Un ragno mannaro americano a Londra

Parlando di Spider-man: Far From Home bisogna essere chiari. Se state cercando un film impegnato o in qualsiasi modo serioso, guardate altrove.

Se state cercando l’interpretazione migliore del personaggio di Spider-man, guardate altrove.

Far From Home è orgogliosamente un film dal taglio teenageriale. Una commedia avventurosa dove il protagonista è un ragazzino di 17 anni alle prese con i suoi problemi di cuore che accidentalmente ha pure i poteri di ragno e che suo malgrado si trova invischiato in un complotto super-eroistico.

Il taglio scanzonato del film è un problema? Assolutamente no, visto che il tutto è presentato con grande onestà intellettuale e che non si fa in nessun modo mistero del piglio scanzonato della storia.

Ne viene fuori un film leggero e divertente dove tutti i momenti più seri vengono stemperati da battute o gag, spesso autoironiche. Anzi, il film è talmente autoironico che evidenzia e sottolinea da solo alcuni evidenti buchi narrativi riuscendo così a smontarli e disinnescarli.

La beffa per gli stolti (occhio allo spoiler)

Prima dell’uscita del film e dopo la pubblicazione dei trailer buona parte della stampa specializzata italiana e straniera si è lanciata in profonde ed onanistiche elucubrazioni sul personaggio di Mysterio.

In particolare ci si è lanciati in voli pindarici su quello che avrebbe potuto rappresentare il multiverso nell’ MCU post endgame. C’era persino chi si lanciava in azzardate ipotesi secondo cui il multiverso sarebbe stata la porta di ingresso dell’universo mutante made in Fox nelll’universo cinematico della Marvel.

Nessuno, ma proprio nessuno, ha fatto caso a tutti gli allarmi-da-figura-di-merda che stavano suonando. E suonavano tutti insieme come in un concerto di trombe e tromboni.

Eggià perché, insomma, parliamoci chiaro, stiamo parlando di Mysterio. Cioè quello che nei fumetti si spaccia come il maestro delle illusioni. E infatti pensa un po’, alla fine viene fuori che il multiverso tanto decantato è tutta una cialtronata.

Grande figura di merda.

E dire che gli allarmi suonavano.

Siamo tutti GGGiovani

Considerazioni sensazionalistiche a parte, il film funziona proprio per il suo taglio giovanile. Un road movie sentimentale con tanta azione.

Nonostante le licenze poetiche, alla fine sono proprio i personaggi più liberamente interpretati come Ned Leeds e Michelle “MJ” quelli che funzionano meglio.

Spider-man esce dalle due ore e spicci di proiezione con una caratterizzazione lontana anni luce da quella del fumetto ma dotata di una sua dignità. Sicuramente nel futuro Spidey diventerà centrale nell’economia del MCU, magari come sostituto spirituale dello stesso Iron Man.

Diverte, spaventa, emoziona e infine sorprende. Spider-man: Far From Home fa tutto quello che dovrebbe fare e lo fa bene.

Tanto che alla fine della seconda scena post credits, con le luci in sala ormai accese, mi sono trovato sorridente, con mia figlia che saltellava entusiasta nella poltrona accanto a me ed un ragazzino che avrà avuto 15 anni nella fila davanti che urlava “tanta roba!” e con cui non potevo che essere d’accordo.

Statece.

Quì W@lly, passo e chiudo.

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