Masters e il team dell’avventura n.24 -memorabilia-

Era un pomeriggio del marzo 1988 ed io avevo 7 anni. La vita era decisamente più semplice; il mio unico problema era fare i compiti di storia per il giorno successivo ed imparare la lezione sugli accampameti Romani. La terza elementare era più ostica del previsto!

Mio padre era da poco tornato dall’edicola vicino casa con un inaspettato regalo. Un numero di Masters e il team dell’avventura, rivista che gli chiedevo da tanto tempo, ricevuto come premio per chissà quale interrogazione andata bene.

L’ emozione era salita a mille e mi aveva dato la motivazione necessaria per concentrarmi abbastanza da finire i compiti in un tempo ragionevole.

Avevo già un po’ di esperienza con i fumetti. Topolino entrava abitualmente a casa nostra (come nelle case di un po’ tutti, credo).

Però quel giornalino di 100 pagine era davvero una cosa nuova per me! Poi il fatto che ci fosse He-man in copertina  moltiplicava per mille la felicità (già ai tempi innamorato dei Masters of the Universe come lo sono adesso).

Avido cominciai a sfogliare l’albo n ogni sua parte e ne studiai il sommario per infiniti minuti…

Ricordo il pizzico di delusione nello scoprire che quasi metà del giornalino era occupato da storie di Bravestarr, personaggio che all’epoca mi stava abbondantemente sui maroni.

Cominciai subito a leggerne le storie (prodotte in Italia, con i testi di Sauro Pennacchioli e disegni di Raffaele Della Monica, Leonardo Gagliano e Vittorio Coliva), vuoi perchè già ai tempi avevo la fissa che di libri e riviste và letto tutto senza saltare niente, vuoi perchè così ero sicuro di poter cominciare prima a leggere le storie di He-man e soci.

Alla fine le avventure dello sceriffo stellare mi piacquero eccome. Erano brevi e facili da leggere, tanto che filavano via come caramelline e poi avevano dei disegni davvero belli!

Dopo Bravestarr arrivarono le storie dei MotU. Erano storie di prodotte in Germania, scritte da Wilfred A. Hary  e che avevano poco o nulla a che fare con il cartone della Filmation (che ai tempi era il mio riferimento sui Masters).

Ciò nonostante erano incredibilmente affascinanti ed impregnate di un’atmosfera puramente “sword and sorcery” da cui rimasi affascinato e che ritrovai solo qualche anno dopo nei film di Conan.

Ma il pezzo forte di quelle storie erano i disegni, realizzati da un certo Michael Götze (se qualcuno sa qualcosa di più su di lui mi faccia sapere!). Uno che la lezione di Jack Kirby l’aveva studiata, e pure bene.

Uno, insomma, che aveva capito il potere di una splash page ad effetto.

Tale Götze non era neanche tanto lontano dagli insegnamenti di una certa scuola europea…

Poi i personaggi…vuoi o non vuoi i Masters hanno un innegabile fascino…

A chiudere l’albo c’era invece una storia realizzata da autori italiani (testi di Giuliano Piccininno e disegni di Giuliano Piccininno e Vittorio Coliva) che solo molti anni dopo scoprii essere un “remake” di uno dei minicomics dei MotU realizzato da Alfredo Alcala (autore di cui ho già parlato in passato): The Obelisk.

Rileggevo l’albo almeno una volta a settimana.

Con il senno di poi si può dire che gran parte delle mie passioni -fumetti, action figures e gli stessi Masters- affondino le loro radici in quelle 100 paginette.

Chiesi a mio padre se mi poteva comprare anche i numeri successivi e lui con un sorrisone mi rispose di si. Quella volta mi girò male perchè quello fu l’ultimo numero della rivista.

Adesso, a più di vent’anni di distanza, quel giornalino ce l’ho ancora con me. Ne ha viste tante e la copertina l’ha persa strada facendo, me per il resto è ancora lì, gelosamente custodito in una busta di plastica trasparente.

Ancora tante ne dovrà vedere e chissà, magari fra qualce tempo, potrebbe passare per le mani di un piccolo W@lly, curioso come lo ero io di leggere la storia successiva.

P.S. non ho mai recuperato gli altri numeri del Team dell’avventura. Se qualcuno sapesse dove rintracciarli mi faccia un fischio.

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