Il ciclo di Spider-man di Dan Slott

slottGià in passato ho parlato a diverse riprese del ciclo di Dan Slott su Spider-man. Ciclo lungo e articolato che adesso si è concluso e dopo una gestione più che decennale. E’ arrivato il momento di trarre le conclusioni.

Mi sono affrettato a leggere le storie conclusive della sua gestione. Correggo. Mi sono affrettato a leggere avidamente le storie conclusive della sua gestione.

Perché le storie di Slott mi sono piaciute, e pure tanto. Addirittura al punto di rappresentare -secondo il mio modo di vedere- un vero e proprio rinascimento del personaggio dopo decenni di gestioni stanche e affannate precedenti.

10 anni sono un periodo lunghissimo, specie per il mercato del fumetto americano dove ormai avere un team creativo stabile per più di dieci numeri sembra un’utopia anacronistica. Eppure il buon Dan fra alti e bassi ha tenuto le redini per tutto il tempo, portando avanti le sue storie con un unico motto: trasformazione.

Raramente nel corso del suo ciclo lo status quo di Peter è rimasto invariato per un periodo superiore all’anno: la Horizon e poi le Parker industries, Spider-island, Superior Spider-man, Spider-verse…un continuo giro sull’ottovolante sempre fresco e variegato ma legato da un filo coerente e costante di trama orizzontale che ha congiunto le diverse macrotrame.

Diverse anime, diversi ammiccamenti

Non ha neanche mancato di trollarci il buon Slott. Ricordate il ti amo detto da MJ durante Spider Island?

O tutto il tram tram mediatico opportunamente tirato su prima di Superior Spider-man.

Eppure proprio con Superior (dove la direzione della trama è cambiata più drasticamente) lo scrittore ha dato il meglio di se, reinventandosi un personaggio vecchio e abusato e donandogli uno spessore ed un posto nella mitologia del ragno tutto nuovo.

Momenti di stanca ce ne sono stati. Fra tutte la fase all-new-Spider-man, innestata nel rilancio dell’ all-new-Marvel è di sicuro quella più forzata e s cui, temo, abbiano pesato di più le ingerenze forzate (con cross-over e indicazioni di massima). Nonostante questo ne viene fuori comunque una lettura gradevole, pur se non al livello delle fasi precedenti.

Senza spoilerare, vi posso anticipare che la gestione di Slott si conclude con il botto e con uno scontro fra il ragno e Goblin degno di essere ricordato e che apre la strada per un futuro brillante. Dopo Slott le redini del Ragno sono state affidate a Nick Spencer (con le fantastiche matite di Ryan Ottley) e diversi rumor sembrano anticipare uno scossone tanto atteso nel rapporto con una certa rossa.

E Slott? Niente, lui è andato a scrivere una serie per nulla impegnativa come Fantastic Four, che rientra finalmente nel novero delle serie attive della Marvel dopo diversi anni. Hai detto niente.

Per oggi è tutto. Qui W@lly, passo e chiudo.

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